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MONTERIGGIONI

“però che, come su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona”
(vv. 40-41)

In questo modo nel trentunesimo canto dell’Inferno Dante Alighieri paragonava le torri di Monteriggioni ai giganti. Le suddette torri degli straordinari muri di confine appartenevano a una delle “terre murate” meglio conservate d’Italia. Al pellegrino dei giorni nostri Monteriggioni non appare molto diversa dalla visione dantesca.
Ergendosi come bastione contro Firenze nei primi anni del tredicesimo secolo, fra il 1213 e il 1219 era racchiusa da un potente cerchio di mura di forma ovale che era costituito da una cintura livellata quasi costantemente, racchiudendo al suo interno la cima della collina.

Si aggiunsero in seguito quattordici torri quadrilaterali all’esterno a regolari intervalli lungo i 560 metri del perimetro. Erano dotate di aperture in alto sui lati per permettere il movimento delle ronde.

All’interno, il paese molto semplice corrisponde all’integrità delle mura nella sua disposizione lungo l’asse che unisce le due sole aperture: Porta Franca o Romea sul lato sud-est verso Siena, e Porta Fiorentina o di San Giovanni a nord-ovest.

La Chiesa di Santa Maria Assunta è di fronte a Piazza Roma, costruita in stile tardo Romanico nel 1235, in seguito restaurata parecchie volte. La torre campanaria fu costruita nel diciassettesimo secolo e la sua sommità è l’unico elemento architettonico dell’antico borgo percepibile dall’esterno, sopra le possenti mura turrite.
Nell’odierno territorio comunale ci sono posti di grande interesse storico, artistico e religioso, come il paese di Abbadia a Isola e l’eremo di San Leonardo al Lago.

In tutta l’area ci sono diversi castelli. Oltre a quello di Monteriggioni si trova Castiglionalto al quale i proprietari aggiunsero un ospedale nel 1265 e il castello di Rendine di cui si servivano i Fiorentini per proteggere i loro territori e del quale è rimasta una torre.